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COSA VOGLIO DIRE? L’intenzione dentro alla comunicazione

INTRODUZIONE: REGALI INCOMPRESI 

Phil Jackson (famosissimo ex allenatore NBA) era solito regalare dei libri ai propri giocatori in alcuni momenti della stagione allo scopo di condividere con loro qualcosa e, talvolta, anche per lanciare un messaggio. Il messaggio era “hey, ho trovato questo libro che mi ha fatto pensare a te e penso che potrebbe piacerti ed esserti utile”! Peccato che, leggendo i suoi libri dove racconta di questi regali, alle volte i giocatori abbiano o frainteso o addirittura non capito il messaggio presente non solo nel libro, ma anche nel gesto del loro allenatore. Anche per un allenatore molto famoso, quindi, a volte il messaggio (seppur positivo) non passa o passa diversamente da come ci si attendeva. Come mai a volte da allenatori fatichiamo a comunicare in maniera efficace con atleti ed atlete? Come mai il desiderio di aiutare e consigliare non sempre bastano? Quali aspetti dipendono da noi e possono aiutarci a migliorare? 

 

L’INTENZIONE DI COMUNICARE 

Nello scorso articolo abbiamo parlato dell’utilizzo delle domande all’interno di allenamenti o partite. 

In particolare è stato puntualizzato come fare domande porti l’attenzione dell’atleta a riflettere, aiutandol* a risolvere le situazioni tramite il proprio ragionamento piuttosto che attraverso un addestramento basato su ordini da eseguire acriticamente. 

Quando comunichiamo, quindi, a seconda del modo in cui lo facciamo possiamo pendere più dalla parte dell’apprendimento o da quella dell’addestramento (e “ballare” nel mezzo ovviamente) il che ci porta ad una domanda molto importante:  

quando comunico, durante un allenamento o una competizione, so perché sto comunicando?  

Può sembrare banale o scontato ma il modo in cui comunichiamo, le parole che diciamo, il tono, il volume ed il ritmo che diamo loro esprimono sempre un’intenzione (ed anche un’emozione) ben precisa.   

 

 

INTENZIONI BUONE, COMUNICAZIONE CATTIVA 

Le intenzioni possono essere davvero tante e, spesso, sono anche positive (es. aiutare un atleta in difficoltà, fornire soluzioni alternative ad un problema, sottolineare un’area di miglioramento, anticipare una situazione potenzialmente pericolosa, ecc….). Quello che può accadere è che, nella velocità di svolgimento dell’attività sportiva o anche grazie alle emozioni che proviamo, queste buone intenzioni vengano distorte e che escano in maniera poco efficace. 

Per esempio, la rabbia per l’errore di un atleta potrebbe portarmi ad esprimere la mia intenzione di aiutarlo attraverso critiche o insulti; altre volte ancora la fretta e l’insoddisfazione potrebbero portare la mia intenzione di insegnare a comandare un atleta a bacchetta oppure a lasciarlo perdere senza dare nessun tipo di indicazione. 

La casistica è pressoché infinita ma il punto centrale in tutta questa diversità è che un allenatore dovrebbe sempre avere chiaro in testa: 

  • perché sta comunicando  
  • cosa vuole comunicare  
  • qual è la sua intenzione  

Avendo chiari questi punti di partenza diventa poi possibile scegliere COME esprimerla.   

 

 

IL TEMPO DELLA SCELTA: COMUNICARE INTENZIONALMENTE 

Una volta risposto alla domanda “qual è la mia intenzione?” è il momento di chiedersi:

“in quanti modi posso esprimere questa intenzione?”

Spesso, presi da fretta ed emozioni, ci convinciamo che ci sia un solo modo di comunicare, correggere, insegnare ed allenare. Prendendosi del tempo è sorprendente accorgersi di quante alternative abbiamo! Ma quanto tempo ci vuole per trovare le “parole giuste?” 

In realtà bastano pochi secondi dal momento che il nostro cervello genera pensieri in continuazione. Quindi semplicemente chiedendosi “come posso dire ad atlet* di restare concentat* in maniera diversa?” dirigo la mia mente ad esplorare vie alternative per comunicare. Una volta ho provato a fare questa domanda ad un allenatore di calcio che, nel giro di una decina di secondi, ha trovato 3 alternative per dare un feedback ad un atleta! 

Ovviamente, inoltre, con il tempo (qualche bel respiro profondo) e con l’allenamento si migliora imparando così a comunicare in maniera sempre più diversificata ed efficace. 

Una buona comunicazione è diversa da una comunicazione istantanea! Il tempo che ci prendiamo, come abbiamo visto, è IL TEMPO DELLA SCELTA ed è il tempo che distingue una comunicazione intenzionale da una comunicazione istintiva ed impulsiva dove dico la prima cosa che mi passa per la testa come mi viene! 

Riconoscere la mia intenzione e trovare le alternative invece mi mette nelle condizioni di esprimermi chiaramente e tenendo gli occhi (miei e dell’atleta) fissi sull’obiettivo! 

 

ASCOLTARE INTENZIONALMENTE  

Da quanto scritto finora è intuibile riconoscere quanto per un allenatore o un’allenatrice sia fondamentale essere in contatto con sé stess* e con il proprio mondo interiore, dal momento che intenzioni ed emozioni fanno parte del proprio vissuto personale.  

Questo ascolto di sé va unito all’ascolto ed all’osservazione dell’altro dal momento che ovviamente ci relazioniamo sempre con persone diverse tra loro o che stanno vivendo momenti diversi. Ecco perché non esistono frasi o formule magiche per comunicare efficacemente con atleti ed atlete. 

La comunicazione, quindi, non passa solo dalle parole che scelgo, ma anche da quanto osservo ed ascolto le persone che sono con me! Se, per esempio, un atleta sbaglia qualcosa ed osservando la sua reazione mi rendo conto che ha riconosciuto e compreso l’errore ha senso correggerl*? Se vedo una reazione da parte di un atleta come posso capire cosa ha portato a quella reazione? 

L’ascolto è parte integrante di una comunicazione efficace ed intenzionale!  

 

ALLENARE L’INTENZIONALITÀ

Spero che, al termine di questo articolo, vi sia chiaro che la mia intenzione era porre in evidenza l’importanza dell’intenzione quando si comunica e quando si ascolta! 

Se desidero insegnare (non addestrare) qualcosa ad atleti ed atlete rendendoli autonom* ed in grado di auto apprendere allora la mia comunicazione si deve allineare a questa intenzione cercando e trovando alternative coerenti. Un percorso con uno Psicologo dello Sport può aiutare allenatori ed allenatrici a comprendere e riconoscere le proprie intenzioni, migliorando la propria comunicazione intenzionale. 

Quanto detto finora, infatti, fa tutto parte di un processo di crescita possibile attraverso la messa in pratica di competenze allenabili per chi allena!

Comunicare in maniera intenzionale consente di: 

  • gestire meglio frustrazioni ed errori dal momento che saprò gestirli con intenzionalità per l’appunto 
  • Gestire meglio i momenti di difficoltà di atleti ed atlete 
  • Gestire meglio i propri momenti di difficoltà 
  • Sapersi esprimere più chiaramente con le persone con le quali mi trovo 
  • Far sentire le altre persone (osservate ed ascoltate) maggiormente coinvolte in quello che si sta facendo insieme 

La comunicazione è molto più di usare qualche espediente o trucco grammaticale, è un processo in continua evoluzione tra persone diverse.

In questa diversità e variabilità avere chiare le proprie intenzioni significa sapere dove si sta andando e, in pochi secondi di riflessione, trovare diverse strade per raggiungere insieme i propri obiettivi! 

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