Lavoro Sport

GIOCO, SPORT E DIVERTIMENTO: parenti di vecchia data

Nel 2015 è risaputo e documentato il legame tra Sport, benessere fisico e mentale. Esistono moltissimi studi e ricerche che, ormai, dimostrano l’utilità fisica, psicologica, emotiva e sociale dell’attività sportiva.

A questo punto, però, vorrei farvi una domanda.

Avete mai conosciuto gli antenati dello Sport?

Se dovessimo farne una sorta di albero genealogico, tra i suoi predecessori troveremo:

  • l’attività fisica, necessaria ai nostri antenati per compiere le attività quotidiane legate alla sopravvivenza.
  • il gioco.

 

IL FATTORE GIOCO

Ebbene si! Prima di organizzarsi in contesti regolati e competitivi come lo Sport, gli esseri umani, ma non solo, si sono messi a giocare tra di loro. Anche nel mondo animale, di cui siamo parte, il gioco è uno strumento molto potente per crescere e svilupparsi. Robert Fagen, da questo punto di vista ci racconta che

il gioco insegna agli animali più piccoli a fare sagge valutazioni. Ad esempio, la lotta simulata può far capire a un orso quando fidarsi di un altro orso, se le cose diventano troppo violente, quando deve difendersi o scappar via. Il gioco permette di far finta di provare le sfide e le ambiguità della vita, prove in cui la vita e la morta non sono in ballo”.

Giocare, quindi, diventa un’attività estremamente produttiva ed importante per tutti gli esseri viventi dal momento che

“gli animali che giocano molto imparano velocemente a esplorare il loro mondo e ad adattarvisi. In poche parole sono più intelligenti” (Stuart Brown in “Gioca”).

 

CERVELLI GIOCOSI

Non sorprende a questo punto che lo studioso John Byers abbia scoperto che la quantità di gioco è collegata allo sviluppo della corteccia frontale, regione responsabile di quasi tutto quello che chiamiamo cognizione. Giocare, inoltre permette di andare a lavorare su altri aspetti cerebrali importantissimi come attenzione, elaborazione del linguaggio, senso del ritmo e tanto altro ancora.

Un cervello che gioca è un cervello attivo, pronto a creare connessioni e collegamenti nuovi, pronto ad essere incuriosito e a voler imparare per diventare sempre più abile. Un cervello che gioca è un cervello che esplora situazioni sempre diverse, producendo soluzioni di volta in volta nuove.

Ma il gioco è una condizione sufficiente perché tutto questo processo di crescita, cerebrale ma non solo, accada?

La risposta è no, accanto al gioco, infatti, troviamo un altro fattore essenziale per la vita di tutti noi.

Il motore che spinge ognuno di noi a giocare è il divertimento!

 

DIVERTIMENTO, GIOCO E SPORT: COLLEGHI O RIVALI?

Annoiarsi spegne il cervello, privandolo di quella motivazione (ovvero di quella energia) necessaria a “mettersi in Gioco”.

Anche nello Sport, indipendentemente dal livello, il fattore divertimento assume un aspetto molto rilevante. Imparare una particolare disciplina con ore ed ore di allenamenti senza divertirsi nell’investire tutto quel tempo ed energia è, per restare in tema, un gioco a perdere, proprio come imparare una materia a memoria per superare un esame, senza però coglierne il vero significato.

Ad ogni livello, quindi, divertirsi è il primo fondamentale passo verso un gioco consapevole e attento, in grado di mettere chi gioca nelle condizioni di estrapolare il massimo da quello che sta facendo, unendovi inoltre un vissuto emotivo piacevole. Il divertimento diventa così un catalizzatore di apprendimento per tutte le nostre attività quotidiane, sport compreso!

 

DIVERTIMENTO = SUCCESSO? PARLIAMONE…

Leggendo quello che ho scritto finora posso immaginare che qualcuno possa sentirsi un po’ contrariato, o perlomeno perplesso, rispetto a questa idea di sport come gioco dove il divertimento risulta essere aspetto imprescindibile di miglioramento e buone prestazioni. Qualcuno magari potrà pensare che un istruttore, un insegnante, un allenatore o un educatore debba mettere in secondo piano aspetti educativi e didattici a scapito di attività che siano solo divertenti e nulla più.

La realtà è che non dobbiamo dimenticarci che il gioco è fatto di difficoltà. Non a caso un gioco troppo facile rischia di annoiare e, come abbiamo visto, la noia spegne il nostro cervello ed il nostro fisico. Il significato di “Divertimento” , quindi, è ben diverso da “facile successo”. Divertirsi è mettersi alla prova, superare sé stessi e le sfide che giocare porta con sé. Stuart Brown all’interno del suo libro “Gioca”, descrive molto bene questo passaggio dicendo:

“Bisogna superare la difficoltà per raggiungere il divertimento. Spesso il vero gioco si trova un passo dopo la difficoltà. Per rendere la vita una fase di gioco continua dobbiamo riconoscere e accettare che il gioco può comportare qualche difficoltà, e che ogni esperienza porta con sé sia piacere che dolore”.

 

RIFLESSIONI

Occorre a questo punto riflettere, per quello che riguarda lo Sport ma non solo (Scuola e Lavoro sono molto simili da questo punto di vista), sulle modalità di svolgimento e sul clima che circondano l’attività sportiva nella quale siamo immersi.

  • Per chi allena è importante chiedersi se, tra allenamenti, gare, successi, insuccessi, errori, ecc… la dimensione di divertimento appena vista è una fiaccola che viene mantenuta viva nel cuore degli atleti.
  • Per i genitori è importante chiedersi se, tra allenamenti, gare, successi, insuccessi, errori, ecc… il/la figlio/figlia continui comunque a divertirsi. Talvolta, infatti, il rischio è di vivere emozioni spiacevoli al posto dei figli che, invece, sono tranquilli rispetto alla loro attività.
  • Per gli atleti è importante innanzitutto essere consapevoli di cosa diverte (saltare, correre, nuotare, ecc…), ed in secondo luogo imparare a vedere uno Sport come un gioco che ha regole specifiche, ma che è pur sempre un gioco all’interno del quale possono imparare tanto sfidandosi, sbagliando, mettendosi in discussione. La sfida per gli atleti, quindi è quella di cercare il divertimento in quello che fanno e che gli viene proposto!

Tutti noi possiamo fare qualcosa per cercare di divertirci di più all’interno dei nostri ruoli e delle nostre attività quotidiane.

Giocare divertendosi è davvero importante perché, come ricorda Stuart Brown:

“Possiamo fare molta strada grazie a una grande forza di volontà, alcune persone hanno prodigiosi poteri di perfezionismo, negazione di sé e sofferenza. Ultimamente, però, le persone non riescono a raggiungere livelli più alti nel loro settore se non si divertono, se non trovano del tempo per giocare. […] Senza un po’ di divertimento o di gioco le persone non riescono ad appassionarsi a una disciplina tanto da diventarne esperte.”

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