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RESILIENZA: l’arte di ripartire

È notizia di ieri che Serena Williams potrebbe saltare le Wta Finals di questo ottobre. L’allenatore della Williams (Patrick Mouratoglou), come riporta anche la Gazzetta dello Sport, ha affermato che

“Ogni sconfitta la colpisce ma questa in particolar modo, credo abbia bisogno di tempo per recuperare. Quando, e non ho dubbi a proposito, le torneranno le giuste motivazioni, sarà il momento giusto per ricominciare”.

Nello Sport ogni momento è diverso e carico di significati emotivi, ecco perché ogni risultato (sia vittoria che sconfitta) è differente da un altro. Certe sconfitte, quindi, possono diventare molto difficili da digerire rischiando di condizionare rendimento e, addirittura, carriera sia di dilettanti che di professionisti affermati.

Che fare allora in momenti così difficili e ricchi di emozioni spiacevoli?

 

OBIETTIVI MANCATI: ANALISI OBIETTIVA DI UN PERCORSO

“Serena era a due incontri da qualcosa di straordinario quindi è stata molto dura per lei”

continua l’allenatore della famosa tennista. La sconfitta con la nostra connazionale Roberta Vinci ha segnato il mancato raggiungimento di un obiettivo molto importante che la Williams si era data per il 2015.

Cosa succede quando gli atleti mancano un obiettivo, per giunta importante come nel caso della Williams?

La prima cosa da dover gestire sono emozioni come rabbia, frustrazione, delusione, tristezza e tanto altro ancora. Il rischio di una mancata gestione di momenti come questi è quello di farsi sopraffare dalla negatività e dal pessimismo. A tal proposito Mouratoglou, in un’altra interessante intervista, ha dichiarato:

“L’ho sentita qualche giorno fa al telefono e mi ha detto che secondo lei quest’anno è stato orribile. Nel 2016 vuole fare molto meglio di così”

Farsi prendere dal pessimismo rischia di portare a conclusioni affrettate e di generalizzare (“È stato un anno orribile” per esempio) perdendo di vista anche gli aspetti positivi della propria performance. Risulta importante, quindi, essere obiettivi e prendere in rassegna quali sono le cose che, all’interno del percorso di raggiungimento di un obiettivo, hanno funzionato bene e quelle che, invece, devono essere migliorate.

Ogni atleta ha, inoltre, un suo modo per affrontare questi momenti. Nell’intervista di Mouratoglou, per esempio, si è scoperto come Serena Williams si sia isolata da tutto e tutti per una settimana.

 

OBIETTIVI RIDEFINITI: GUARDARE AVANTI

Vedendola da questo punto di vista sembrerebbe proprio che la Williams sia giunta a conclusioni affrettate e pessimistiche etichettando il 2015 come annata da cestinare. Eppure, all’interno dei pensieri della tennista, esiste uno spiraglio di nome futuro.

Quando un obiettivo viene mancato, dopo la valutazione oggettiva, è fondamentale dirigere le considerazioni fatte verso il futuro ridefinendo l’obiettivo stesso! In questo senso la direzione di Serena Williams è chiara e racchiusa in poche semplici parole:

“Nel 2016 vuole fare molto meglio di così”

Da questa frase traspare come, uscendo dal suo isolamento post sconfitta, la Williams stia incanalando la delusione per la sconfitta verso la prossima stagione. La differenza, in questi casi, verrà fatta dalla preparazione e dalla definizione dei nuovi obiettivi.

Dopo aver gestito le emozioni e aver ridefinito gli obiettivi si arriva così a spostare l’attenzione dal risultato alla performance, concentrandosi sulle aree di miglioramento.

 

L’IMPORTANZA DI UN SOSTEGNO: IL RUOLO DELL’ALLENATORE

In un contesto simile, soprattutto quando gli obiettivi sono molto ambiziosi e possono condizionare l’andamento ed il giudizio di una stagione intera il supporto dell’allenatore diventa di vitale importanza.

Già dall’intervista, infatti, traspare come Mouratoglou aiuti Serena Williams in un’analisi obiettiva, propositiva e costruttiva di ciò che è successo:

“L’analisi è semplice: chiunque abbia visto la partita si sarà accorto che Serena non si muoveva per nulla sul campo, ha giocato immobilizzata. È brava a gestire la pressione, perché è abituata a farlo, ma questa volta sembrava giocasse con un sacco da 20 chili sulla schiena. Quando è così, la prima cosa che succede è che si perde lucidità. E allora cominci a fare scelte sbagliate, soprattutto tatticamente”.

Importante è infatti notare come il coach riconosca le capacità dell’atleta che “è brava a gestire la pressione”. L’allenatore pone l’attenzione sulle capacità di Serena Williams e analizza il singolo episodio (la semifinale), senza generalizzare e giudicare, specificando che “questa volta” l’atleta ne è rimasta vittima.

La comunicazione in questi casi diventa fondamentale e, soprattutto in sport come il tennis, la relazione tra atleta e allenatore può avere un impatto decisivo sulle prestazioni future.

“Ma io so come fare con lei, la conosco benissimo. So come comunicare con Serena e la comunicazione è la chiave di ogni buon rapporto allenatore-giocatore, nel tennis come negli altri sport.”

 

RESILIENZA: DELUSIONI CHE AIUTANO A CRESCERE

In Psicologia la capacità (e in quanto capacità allenabile e migliorabile) di riprendersi dagli eventi traumatici o spiacevoli che ci capitano viene chiamata Resilienza.

Questa capacità, come abbiamo intravisto, passa attraverso UN ATTENTO PROCESSO DI DEFINIZIONE E RIDEFINIZIONE:

  • delle proprie emozioni (come mi sento)
  • di sé (punti di forza, di debolezza, ecc…)
  • dei propri obiettivi

All’interno di questa ridefinizione il rapporto con l’allenatore è fondamentale e deve aiutare l’atleta a:

  • essere obiettivo
  • astenersi dal giudizio
  • guardare al futuro con ottimismo
  • aiutare l’atleta a definire i suoi obiettivi
  • sostenere l’atleta nell’elaborazione delle proprie emozioni

Il mondo dello Sport è un mondo pieno di difficoltà in cui errori e sconfitte sono sempre all’ordine del giorno. Ecco perché saperli gestire e saperli affrontare è un aspetto, squisitamente mentale, importantissimo a tutti i livelli!

 

 

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