Lavoro

Conoscere l’altro: cosa c’è oltre la carta?

Le persone fanno la differenza non soltanto con quello che sanno (conoscenze) e con quello che sanno fare (competenze), ma anche, se non soprattutto con ciò che sono. Molte volte, in ambito sia lavorativo che sportivo, una o più persone possono cambiare il corso di un’azienda piuttosto che di una società o di una squadra. Molte volte queste persone non per forza sono quelle che ci si aspetta.

Michael Jordan, per esempio, è stato scelto al draft della NBA come 3° scelta, mentre John Stockton (attualmente detentore del record di assist della storia della NBA) come 16°. Qualcuno, a suo tempo, ha valutato che, per certi aspetti, altre persone fossero migliori di questi due straordinari atleti.

Fare valutazioni precise su quello che potrà essere una persona per una squadra, per una società, per un’azienda è un compito difficilissimo ed estremamente complesso  che può portare ad errori, dai quali possono derivare un dispendio di energie emotive e nervose (sia per la persona direttamente coinvolta che per chi vive intorno a lei) ed inoltre anche ad un dispendio di soldi, traducibile in costi maggiori o profitti minori.

Chi si occupa di selezione e gestione del personale sa di cosa sto parlando. Ma non tutti i dirigenti o le aziende hanno la possibilità di affidarsi ad un servizio di selezione o gestione del personale. Nella loro testa la domanda che scatta è, quindi, quali caratteristiche sono DAVVERO importanti per un certo tipo di lavoro, per ESSERE PARTE di un certo team, per RAGGIUNGERE un certo obiettivo? Conoscenza e competenza esclusivamente tecnica non bastano. Accanto a loro sono fondamentali delle competenze TRASVERSALI (di gestione del sé, di relazione [elementi fondamentali del concetto di INTELLIGENZA EMOTIVA portato avanti dallo Psicologo Daniel Goleman], cognitive, organizzative), ovvero che portiamo con noi e che sono frutto, in costante evoluzione, delle nostre esperienze. Molto spesso queste competenze possono essere un elemento chiave per poter fare una scelta più funzionale al nostro contesto di lavoro.

Il mondo dello Sport è una miniatura di molte dinamiche di selezione e gestione delle risorse umane che fanno parte del mondo del Lavoro, a partire dalle categorie giovanili fino al livello senior. Anche all’interno del mondo dello Sport, quindi, possiamo trovare degli esempi di quanto le competenze trasversali siano elementi che fanno la differenza:

  • Pensiamo a tutte le volte in cui è stata creata una squadra (= team di lavoro) prendendo, e pagando, i giocatori (= dipendenti) migliori ed a tutte le volte in cui questa squadra non ha ottenuto i risultati sperati a causa di una difficoltà di convivenza e di gestione delle relazioni.

 

  • Pensiamo a tutte le volte in cui un atleta (= lavoratore) arriva ad alto livello sorprendendo le previsioni fatte al tempo di quando era nel settore giovanile (= ambiente di lavoro).

 

  • Pensiamo a tutte le volte in cui gli allenatori di settore giovanile (= dirigenti o capi) si concentrano su alcuni ragazzi (= dipendenti) “bravi adesso” dimenticandosi dei ragazzi (= dipendenti) potenzialmente migliori nel lungo periodo.

 

  • Pensiamo a tutte le volte in cui allenatori (= dirigenti o capi), magari meno bravi tecnicamente, riescono ad ottenere di più dai propri giocatori (= dipendenti, colleghi) rispetto ad altri, ritenuti migliori.

 

  • Pensiamo a tutte le volte in cui squadre (= società, ditte) “sulle carta” mediocri hanno ottenuto più di quello che si pensava.

Il talento, sia nel Lavoro che nello Sport, è una scienza inesatta e che si basa su componenti meno evidenti di quello che possiamo pensare (ma il discorso sul talento è ampio e complesso e merita un discorso a parte). Quello che conta è che Mondo del Lavoro e mondo dello Sport ci insegnano che è importante andare oltre la carta, a scrutare e a considerare quelle caratteristiche, quelle potenzialità non sempre evidenti o rinchiuse in un diploma e che sono FUNZIONALI AL CONTESTO ED AL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO PREFISSATO. Tenere a mente contesto ed obiettivo aiuta ad essere coerenti nel momento in cui scegliere una persona. Avere obiettivi chiari in relazione al contesto serve infatti a sapere DI CHE COSA ABBIAMO BISOGNO per poterli raggiungere.

L’apparenza può spesso ingannarci ecco perché risulta sempre più importante conoscere la persona oltre la carta, oltre le competenze tecniche che, su un Curriculum, possono renderci tutti uguali.

Parlare, fare domande, chiedere di raccontare esperienze personali e dare l’opportunità di raccontarsi sono tutti elementi che durante un colloquio, per esempio, aiutano la persona a differenziarsi dagli altri e a farsi conoscere tra le righe del CV. Non dobbiamo infatti dimenticarci che le persone, oltre alle loro competenze tecniche, hanno un carattere, delle motivazioni e delle emozioni con le quali poi loro lavoreranno.

CONOSCERE LA PERSONA, QUINDI, FA LA DIFFERENZA!

In questo link rimando a voi un classico esempio di selezione ben fatta!

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